Esco in questo istante dalla tormenta. Avverto ancora il freddo e ho negli occhi ancora il bianco della neve che si stacca da terra e turbina davanti alla propulsositta.

In questa storia Raspino, il dottor Garin e i cavallini partono alla volta di Dolgoe per salvare vite messe in pericolo da un’epidemia. La tormenta ostacola il loro viaggio, costringendoli a molte soste e ad altrettanti incontri. Nel silenzio freddo e minaccioso accadono cose che camminano in fila indiana sul confine tra fantastico e reale.

Il sorriso leggero di Raspino, il viaggio psichedelico del dottore, il nitrito del piccolo roano sembrano dipinti fatti di parole. Questo romanzo ha avuto per me un forte potere evocativo e immaginifico. Piu’ che stimolare la mia mente a comprendere i dettagli di quello che stava accadendo, la “Tormenta” ha ipnotizzato il mio sguardo. Come davanti a uno spettacolo della natura, ho sentito l’effetto abbacinante della bellezza calmarmi e spaventarmi nello stesso istante.

Per chi salirà sulla propulsositta, portate la vostra giacca più pesante e buona lettura!